A) Cronologia generale rilevante per la storia di Seminara: Anni cg: - 336 – 410 – 445 – 455 - 490 – 553 – 589 – 590 – 603 – 726 – 787 – 800 – 832 – 842 – 870 – 878 – 900 – 910 – 927 – 935 – 945 – 969 – 970 – 972 – 982 – 985 – 1004 – 1005 – 1016 – 1021 – 1029 – 1034 – 1038 – 1042 – 1043 – 1048 – 1053 – 1054 – 1058 – 1060 – 1061 – 1063 – 1071 – 1073 – 1085 – 1088 – 1091 – 1092 – 1093 – 1097 – 1099 – 1111 – 1114 – 1122 – 1127 – 1130 – 1139 – 1140 – 1152 – 1165 – 1169 -
B) Cronologia specifica di Seminara: Anni cs:
D) Avvicendamenti della Sovranità.
Cronologia Generale
rilevante per la Storia di Seminara
Inizio – A – B – C – D – E – Fine -
Per l’indicazione delle fonti occorre guardare le altre sezioni. La cronologia qui data ha un valore provvisorio: è una traccia di lavoro. Vengono cioè ricopiate le date prese da vari autori che possono anche essere inattendibili, ma di cui occorre controllare la veridicità. Quando possibile, insieme alla data viene fornita anche la fonte documentale.
Morte di San Fantino. |
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Nell’anno 410, il Bruzio fu devastato dai Visigoti di Alarico, che saccheggiarono la regione fino a Reggio: i danni dovettero essere molti e gravi perché sappiamo che l’imperatore Onorio esonerò le popolazioni da ogni tributo per cinque anni. |
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La periferia nord di Taurianum, – detta più tardi in senso stretto Taurianum, mentre Tauriana veniva detta la parte sud – viene abbandonata verso il 445 in seguito ai gravi danni subiti dalle invasioni (Saletta). |
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Altri danni riportò Taurianum per il passaggio dei Vandali di Genserico (455 E. V.), che devastarono il territorio dopo avere distrutto, con 80.000 soldati, il castello di Ippona. |
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Taurianum subisce altri danni in seguito ad una scorreria degli Ostrogoti (Saletta). |
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Conquista dell’Italia ad opera di Narsete, generale di Giustiniano. Nel riassetto delle provincie che ne segue il Bruzio e la Lucania costituiscono il 10° tema. |
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L’esercito longobardo di re Autari III, marito di Teodolinda, incurante del dislocamento delle truppe imperiali bizantine, piombò sulla Calabria tutto travolgendo, uccidendo e depredando. |
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Intorno a questo anno i Longobardi arrecarono tali danni a Taurianum da costringere la popolazione ad abbandonare in massa la città (Saletta). |
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590-605/A |
Pontificato di Gregorio I Magno, che ordinò che tutti i monaci di Taureana, guidati da Paolino, si rifugiassero a Messina. |
603 |
Una lettera di Gregorio Magno a Smaragdo, Esarca di Ravenna, definisce i pisani più amici dei Longobardi che dei Bizantini, in quanto non avevano consentito alla richiesta di armare “dromoni” (navi) in favore di Costantinopoli. |
726 |
L’Imperatore Leone Isaurico emana un editto per il quale si vietava il culto delle immagini e si ordinava che le stesse fossero bruciate o distrutte. Il fatto è rilevante per la Calabria e Seminara in particolare in quanto l’editto provoca l’esodo dei Basiliani che si diedero vita a nuovi conventi, dove potevano sfuggire ai divieti dell’editto. |
787 |
Concilio Niceno II, nel quale intervengono molti vescovi della Calabria: sono tutti greci e firmano in greco. |
800 - IX sec. |
Gli Arabi saccheggiano a più riprese le coste del Tirreno. Iniziano gli scontri fra navi pisane e arabe nel Tirreno. |
832 |
I saraceni s’installano a Palermo. |
842 |
I saraceni s’installano a Messina. |
870 |
I Musulmani conquistano Malta che detengono fino al 1092, quando vengono scacciati dai Normanni. |
878 |
I saraceni s’installano a Messina. |
900* |
Gli Africani invadono la Calabria: Mur., t. III, pt 1ª, 161,37: «Praeterea vero Afri Calabriam ingressi, cum iam magnam provinciae partem cepissent, oppugnarentque Consentiam, eorum rege in oppugnatione ictu fulminis divinitus mortuo, passim dilabuntur et ad suos redeunt». |
910 |
Nasce a Rossano San Nilo (che muore nel 1004). Il nome di Battesimo era Nicola. |
927, 15 agosto |
Briciole di storia: Il 15
agosto dell'anno 927, i saraceni guidati dallo slavo |
935, 26 agosto |
Molto probabilmente questa è la pagina più tragica per Genova: il saccheggio della città da parte dei musulmani il 26 Agosto 935. Alle prime luci dell'alba, gli arabi arenarono le loro galee sotto San Siro e, mentre tutti i genovesi dormivano, entrarono nelle case, saccheggiandole, uccisero tutti gli uomini e rapirono tutte le donne e le bambine, imbarcandole sulle loro navi. La cattedrale di San Siro e le altre chiese furono profanate e bruciate. Dopo due ore d’inferno gli arabi tornarono alla spiaggia e ripartirono verso altri lidi, ma prima pensarono bene di portarsi via tutte le imbarcazioni genovesi. L'evento risultò devastante per i genovesi che cominciarono a serbare un odio feroce verso i saraceni che potrà essere placato solo sedici anni dopo quando batterono i musulmani riconquistando alcune città della riviera. |
945 |
Dopo la tragica giornata del 26 agosto 935 la città di Genova ricominciò lentamente a riprendere vita e dieci anni dopo, nel 945, fu costituita una comunità che diventerà importantissima nei secoli a seguire: la "Compagna". L'ideatore di questa associazione fu il Vescovo Teodolfo, che pensò di dividere i cittadini in due categorie: gli "habitatores", cioè i nullatenenti che si dovevano occupare della guardia della città, e i "boni homines", cioè quelle persone abbienti che versando una quota annuale partecipavano alla costruzione della flotta militare. Il Vescovo preparò un vero e proprio statuto che presentò al Re Berengario, che dopo averlo accettato, promulgò, forse perche attirato dal vantaggio di disporre di una flotta a difesa delle invasioni saracene, la "Donatio Berengari", accettata poi da tutti gli altri Imperatori, che permetteva tra le altre cose di non pagare più gabelle allo stato e di avere una quasi completa indipendenza, tanto da considerare Genova una Repubblica. (Internet) |
969 |
Annales Casinates: «969. Hoc anno sol obscuratus est, et magnus Otto Calabria ingressus est, et accepit coniugem filio suo Ottoni neptem Iohanni Constantinopolitani imperatori qui cognominatus est Cimiski» (MGH, t. III, p. 172). |
970 |
Navi pisane al servizio dell’imperatore Ottone I sconfiggono una flotta Bizantina in Calabria |
972 |
Ottone II sposò Teofano, figlia di Romano II, Basileus di Bisanzio, la quale, nel viaggio verso la Germania, convinse alcuni monaci calabresi a seguirla nella nuova patria. Tra questi si ricordano Giovanni Filigato di Rossano e S. Gregorio di Cassano. |
982 |
Annales Hildesheimenses: «982. Otto imperator pugnavit periculosissime contra Sarracenos in Calabrorum partibus, ibique non pauci de optimatibus occubuerunt. Et in ipso anno Otto, dux Baiowariorum, obiit» (MGH, t. III, p. 64). |
985 |
Intorno a questa data S. Nilo di Rossano insieme con 60 monaci mercuriensi abbandona la Calabria, dapprima per Valleluce, nel territorio di Montecassino, poi a Serperi, presso Gaeta. Vi rimasero 25 anni. |
1004 |
Muore San Nilo di Rossano, a Grottaferrata. |
1005 |
Occupazione di Reggio Calabria e relativo saccheggio ad opera dei Pisani in lotta coi bizantini. |
1016 |
A partire da quest’anno è documentata l’apparizione dei Normanni nell’Italia meridionale. |
1021 |
Nuova spedizione dei Pisani in Sardegna contro Musetto che vi era tornato. Vengono costituiti i Giudicati di Cagliari, Tores, Gallura e Arborea per amministrare l’isola. |
1029 |
Primo insediamento normanno in Italia: Arnolfo sposa la figlia del duca di Napoli ed ottiene con il titolo di conte il feudo di Aversa. |
1034 |
Pisa conquista ed occupa la città di Bona, in Africa settentrionale, che viene offerta all’imperatore. |
1038 |
Gli Altavilla, scesi in Italia attirati da Arnolfo, si pongono al servizio dei bizantini in una campagna contro i musulmani di Sicilia, ma quando tornano nel continente passano al servizio dei Longobardi in rivolta contro i greci nelle Puglie e in Basilicata. |
1042 |
Arnolfo, conte di Aversa, si impossessa di Gaeta. |
1043 |
– Occupata Melfi, uno dei figli di Tancredi, Guglielmo Braccio di ferro, ne diviene conte. – Guaimario principe di Salerno prende il titolo di conte di Puglia e di Calabria (Arch. Mur., I, 76, 36-38). |
1048 |
I Normanni invadono la Calabria, ma vi sono vinti a Tricarico dai Greci (Arch. Mur., I, 76, 16-17, 41-47) |
1053 |
– Roberto il Guiscardo, altro figlio di Tancredi d’Altavilla, sconfigge l’esercito pontificio a Civita, in Capitanata. – Battaglia di Crotone ove è vinto Sico Protospadaro, (Arch. Mur., I, 76, 20-21). |
1054 |
I Normanni iniziano la conquista della Calabria, collocando la regione definitivamente sotto la giurisdizione di Roma e accentuando il loro favore agli ordini classici dell’Occidente: benedettini, certosini e cistercensi. |
1058 |
Fuit magna fames in terra Tarentina et Calabria; et postea venit pestis, et mortui sunt homines cum animalibus in maximo numero in mense madio (Giovanni Guerrieri, in Arch. Mur. I, 77,13-14) |
1059 |
– Con
glli accordi di Melfi, stipulati con il papa, i Normanni si obbligavano alla
lotta contro gli infedeli. || Briciole di storia: Si
conclude il sinodo di Melfi, apertosi il – Roberto, conte di Puglia è da pp. Niccolò II creato in Melfi duca di Puglia, di Calabria e di Sicilia (Arch. Mur. I, 77, 15-16, 25-26). |
1060 |
L’ultima fortezza calabrese, Reggio, cade in mano ai normanni. Fine della dominazione bizantina in Calabria. |
1061 |
Nel 1061 i Normanni sbarcarono in Sicilia sotto il comando di Ruggero d'Altavilla e di Goffredo Ridel, condottiero al servizio di Roberto il Guiscardo. La prima città conquistata fu Messina, che garantiva il controllo dello stretto e quindi i collegamenti logistici con la penisola. La conquista dell’isola non si presentò facile perché la popolazione non accolse sempre favorevolmente gli invasori. I Normanni, pur essendo cristiani, venivano in appoggio all’emiro di Catania ed inoltre essi avevano fama di essere crudeli predatori. |
1063 |
Pisa arma una flotta per portare aiuto ai conti Normanni Roberto e Ruggero in Sicilia ed occupa Palermo. Con il bottino del sacco di Palermo, secondo la tradizione i pisani iniziano la costruzione del Duomo. |
1071 |
Cade Palermo conquistata dai Normanni. L'isola venne divisa tra i due fratelli, anche se la conquista non era ultimata: a Roberto toccarono Palermo, meta' di Messina e parte del Val Demone; a Ruggero, oltre alla Calabria, l'altra meta' di Messina, Troina, Catania, Mazara. La sovranita' dell'isola spetto' a Roberto, di cui Ruggero era vassallo con il titolo di conte di Sicilia e di Calabria.
Per mettersi al riparo da eventuali incursioni dal mare, Ruggero nel 1092 conquisto' Malta, scacciandone i Musulmani, che ne detenevano il potere dall'870. |
1073 |
Epoca in cui Mileto ebbe il suo primo vescovo e quindi in cui si collocherebbe il trasferimento della sede vescovile da Seminara a Mileto. |
1085, 17 luglio |
Muore Roberto il Guiscardo. |
1088 |
Spedizione della flotta pisana contro la città di El Mehedia sulle coste tunisine con ricavo di grande bottino. Anche in questo caso la corona del re vinto viene inviata all’imperatore e il titolo a Ruggero di Sicilia re Normanno. |
1091 |
La conquista della Sicilia continuò e fu ultimata nell’arco di trent'anni: l'ultima roccaforte espugnata fu Noto nel 1091. |
1092 |
Per mettersi al riparo da eventuali incursioni dal mare, Ruggero nel 1092 conquisto' Malta, scacciandone i Musulmani, che ne detenevano il potere dall'870. |
1093 |
Bolla Potestatem ligandi di Urbano II che sancisce l’incorporazione di Tauriana a Mileto. Resta da spiegare dove fosse durante il secolo precedente la sede vescovile, a meno di non dover supporre un regime di vacanza. |
1097 |
Il Papa Urbano viene in Calabria per raccogliere tesori. Fu a Mileto (Gualtieri, p. 227). |
1099 |
Daiberto Lanfranchi, arcivescovo di Pisa e primate di Corsica, guida una flotta pisana di 120 galere alla seconda crociata, entrando per primo a Gerusalemme. Pisa ne ricava vasti privilegi nei territori conquistati dai crociati. |
1111 |
Un trattato commerciale stipulato con l’Imperatore d’Oriente stabilsce il libero transito dei commerci pisani in terra santa e la concessione di uno scalo ed un quartiere proprio in Bisanzio. |
1114/1116 |
Spedizione trionfale dei Pisani contro le basi Saracene delle isole Baleari, cantata epicamente nel “Liber Maiolichinus”. |
1122 |
Privilegio di Callisto II con cui viene confermato quanto stabilito dai precedenti Pontefici e viene sancito che la Chiesa di Mileto continui a restare sotto la giurisidizione della Santa Sede Apostolica e che tutti i vescovi siano consacrati per mano del Romano Pontefice. |
1122, 23 dic. |
23 dicembre 1122 (293) [Tauriano: unione a Mileto] Gaufrido, episcopo Militensi, scribit, declarans quod episcopatus Militensis exemptus est a iurisdictione Rhegini metropolitani et Apostolicae Sedi immediate subiectus est, eique omnia iura et privilegia confirmat unionemque ecclesiarum Vibonensis et Taurianensis in perpetuum. «Dat. Beneventi, X Kal. januarii, Ind. XV, incarnationis dominice anno MCXXII, Pontif. an. III». «Officii nostri nos hortatur». Cod. Vat. Lat. 9257, f. 305; Ughelli - Lucente, I 1333, n. 6; Ughelli - Coleti, I, 951 (dat. Laterani), Synodus Militensis Greg. Panzani, anni 1642, Panormi 1643, apud, Capialbi, Memorie... S. Chiesa Miletese, 145, n. 16; P.L., 163, 1226; Taccone-Gallucci, 61-62.
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1127* |
Ruggero II di Sicilia s’impadronisce della Calabria e della Puglia: Mur. T. III, pt. 1ª, p. 207,27: «Hanc ob rem Rogerius nemine adversante, Apulia et Calabrya potitur». |
1127, luglio 26 |
Muore Guglielmo duca di Puglia e di Calabria (Arch. Mur., I, 472, 6-7, 35-41). |
1130 |
Ruggero II unifica i domini normanni dell’Italia meridionale: è così costituito l’assetto territoriale del Regno delle Due Sicilie che si manterrà fino al 1860. |
1139, 28 dic. |
28 dicembre 1139 (311) [Tauriano: unione a Mileto] Stephano, Episcopo Militensi, omnia iura et privilegia confirmat, iam concessa a praedecessoribus suis, nec non traslationem ecclesiarum Vibonae et Taurianae, iuxta formam litterarum Callixti II. «Dat. Laterani, V Kal. Ianuarii, Indict. III, anno dominice incarnationis MCXXXVIIII Pont. an. X.». «Pie Postulatio voluntatis». Roma, Coll. Greco, B, I, n. 16, Cod. Vat. Lat. 9257, f. 305 (mentio); Napoli, Soc. Napol. di Storia Patria, MS, XXIII, D, 9 n. 5; Ughelli, I, 1031; Ughelli-Lucente, I, 1333; Ughelli Coleti, I, 952. Kehr, in «Goetting. Nachricht», 1900, 164, n. 16. Cfr. Bisogni De Gattis, Hipponii, 73; Fiore, Calabria Illustrata, II, 353; Capialbi, Memorie... S. Chiesa Miletese, 14.
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1140 |
Assise di Ariano |
1152 |
Federico I nominato imperatore discende in Italia. |
1165 |
Dopo varie oscillazioni fra le pretese dei Genovesi e dei Pisani sulla Sardegna, Federico I concede l’isola ai Pisani. Genova si allea con Lucca, storica nemica di Pisa. |
1169 |
Un terribile terremoto cagiona immense rovine e gran numero di morti in Calabria e Sicilia. |
1184 |
Un terremoto cagiona danni maggiori di quello del 1184: oltre Cosenza e in parte Reggio fu distrutta totalmente Catania. |
1191 |
Calata di Enrico VI nel Regno di Napoli (Arch. Mur. I, 1-4, 13-18). |
1193 |
L’imperatore Enrico VI, sceso in Italia, conferma alla città di Pisa le concessioni del padre sul contado da Portovenere a Civitavecchia, sulle isole Toscane, la Sardegna e la Corsica, nonchè sui traffici commerciali con il meridione d’Italia e la Sicilia. Tuttavia analoghi privilegi concede a Genova, ponendo le premesse per successivi scontri tra le due potenze marinare. |
1194, giugno |
Enrico VI, imperatore di Germania, scende in Italia, sconfigge i Normanni e conquista Palermo. |
1194, 20 novembre |
Gli Altavilla cessano per sempre di regnare a Palermo: Enrico VI di Hohenstaufen entra a Palermo, facendone la capitale del regno svevo. |
1194, 25 dicembre |
L’imperatore Enrico VI di Hehenstaufen cinge la corona di Sicilia nella cattedrale di Palermo. |
1197, 28 settembre |
Enrico VI muore a Messina a soli 32 anni. |
1198, primavera |
Nel duomo di Palermo veniva incoronato a soli 4 anni re delle Due Sicile Federico II di Svevia. |
1211 |
Ottone IV scende in Italia e occupa terre del papa, la Puglia, la Calabria e terra d’Otranto (Arch. Mur., I, 19-22, 39-45). |
1212 |
Ottone IV parte d’Italia e il papa e re Federico ricuperano i luoghi da esso tolti loro (Arch. Mur. I, 478,1-4). |
1228* |
Gregorio IX canonizza San Francesco d’Assisi (Mur. t. III, pt. 1ª, p. 231, 34-35). |
1230, 5 aprile |
Un nuovo terremoto colpisce particolarmente la città di Reggio. |
1245 |
Innocenzo IV tiene un concilio a Lione (Mur. t. III, pt. 1ª, p. 235,19-20). |
*1250 |
Muore di Federico II di Svevia (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 236, 26-28). Innocenzo IV stabilisce di tornare a Roma (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 236, 40-41). |
1258 |
Tutta la Calabria torna a pacificarsi sotto la potestà di Manfredi. |
1264 |
Carlo I, conte d’Angiò e di Provenza, viene invitato dal papa francese Urbano IV a venire in Italia per impossessarsi del trono di Puglia e di Sicilia. |
1265 |
Al tramonto della monarchia normanno-sveva contribuisce, ed in misura determinante, Bartolomeo Pignatelli: è proprio lui, il «pastor di Cosenza» di dantesca memoria (Purgatorio, III, 43), a concludere, nella sua quallità di nunzio presso Luigi IX di Francia, la convenzione secondo la quale il pontefice Clemente IV impone a Carlo I nel 1265, nel momento cioè dell’investitura del Regno di Sicilia, il riconoscimento del vassallaggio alla Chiesa, nonché il versamento di un censo annuo e l’obbligo di governare in base a precise norme concordate. |
1266, 6 gennaio |
Carlo d’Angiò è incoronato re dal papa (Arch. Mur. I, 482, 20-23, 57-60); Carlo d’Angiò viene nominato re di Gerusalemme e di Sicilia (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 242, 19-20). |
1266, febbraio |
Manfredi muore in battaglia presso Benevento. || Carlo d’Angiò vince Manfredi (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 243, 3-4). |
1268 |
Corradino di Svevia è
decapitato in Napoli per ordine di Carlo I d’Angiò e di Provenza. Inizia il
periodo angioino. || Carlo d’Angiò vince Corradino a Tagliacozzo (Mur. t.
III, p. 1ª, p. 1ª, p. 243, 34-41) e ha
libero tutto il regno (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 244, 2-3). Muore papa Clemente IV (Mur. t. III, p.
1ª, p. 1ª, p. 244, 5-6). || Da Briciole
di Storia: << Viene decapitato, a Napoli, Corradino di Svevia: |
1282-1302 |
Guerra del Vespro. Il popolo siciliano si ribella agli angioini ed invoca l’intervento di Pietro III d’Aragona, con notevoli ripercussioni in Calabria ed in tutto il Mezzogiorno. || 1282: Vespro siciliano (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 251, 1-5); Pietro d’Aragona è accolto come re in Sicilia (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 252, 14-16). |
1282, 31 marzo |
Vespri Siciliani. Giovanni da Procida. Sua intesa con re Pietro d’Aragona al quale viene offerta dal parlamento siciliano la corona del regno delle Due Sicilie. |
1282, agosto |
Cacciate dei Francesi dalla Sicilia: v’entra re Pietro d’Aragona (Mur., t. XXVIII, pt. II, p. 52,41-42; 53, 1-2). |
1282, agosto |
Carlo d’Angiò tenta di recuperare la Sicilia, assedia Messina inutilmente, si ritira in Calabria (Mur., t. XXVIII, pt. II, p. 52,38-40). |
1282, 6 dicembre |
Re Pietro tragetta di notte lo stretto e va a nascondersi nei fitti boschi di Solano. |
1283, 23 febbraio |
Un forte nerbo di “partigiani”, rafforzato da “arditi” almugaveri, piombò di sorpresa su un accampamento francese, che dormiva tranquillamente in contrada Lagrussana presso il castello di Sinopoli inferiore. |
1283, 30 marzo |
Dopo la sortita aragonese nell’accampamento di Seminara il 13 marzo, il papa che proteggeva il re angioino indisse il congresso di S. Martino. Fu dettata una costituzione in 46 capitoli, con la quale si davano ai calabresi privilegi, riduzioni di imposte e tasse, libertà, franchigie e garanzie. |
1284, 6 agosto |
Briciole di storia: « Il 6 agosto 1284, nei pressi della piccola isola della Meloria, al largo delle coste livornesi, la flotta di Pisa viene completamente distrutta da quella di Genova. La battaglia della Meloria segna l'inizio della supremazia della Repubblica di Genova sul Mediterraneo occidentale. Pisa, da parte sua, cade sotto l'influenza di Firenze, sua rivale da sempre in Toscana, mentre la Corsica passa dalla tutela pisana a quella genovese ». |
1285 |
Muore Carlo d’Angiò (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 253, 11-12). |
1288 |
Carlo II d’Angiò riconosce come re di Sicilia Giacomo d’Aragona (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 255, 21-23). |
1298 |
Muore Giacomo d’Aragona (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 259, 34-35). |
1302 |
La pace di Caltabellotta sancisce la fine della guerra ventennale tra gli Angioini e gli Aragonesi: a questi ultimi andrà la Sicilia, mentre gli Angioini terranno il regno di Napoli. |
1309 |
Muore Carlo II d’Angiò (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 264, 23). |
1315 |
Grande fame. |
1329 |
Barlaam lascia l’Italia. |
1331 |
Verso quest’epoca l’erudito bibliotecario Paolo da Perugia fece forse conoscere al Boccaccio il monaco calabrese Barlaam, iniziatore delle sue prime malcerte nozioni di greco (Lie, 2). |
1333 |
Barlaam fu prescelto a rappresentare la chiesa bizantina nelle trattative intercorse con i Legati del Papa, Francesco da Camerino, arcivescovo del Bosforo e Riccardo, vescovo di Cherson, al fine di dirimere i dissensi dottrinari che impedivano l’unione delle due chiese: Od. Raynaldi, Annales Ecclesiastici, ad an. 1333n n. 17-18, et ad an. 1334, n. 4-5. Da Schirò, Barlaam Calabro, p. 91.;h |
1342, primavera |
Francesco Petrarca è di nuovo ad Avignone, dove apprese per breve tempo le prime nozioni di greco dal monaco calabrese Barlaam (Lie, 2). |
1343 |
Muore Roberto d’Angiò, re di Napoli definito il “re dotto” per i suoi interessi letterari e filosofici; la sua corte aveva ospitato anche Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio. |
1348 |
Terribile pestilenza nell’Italia meridionale: (Arch. Mur., I, 453, 2-3). |
1354 |
Inizia la guerra tra gli Aragonesi, che controllano la Sicilia, e gli Angioini di Napoli, per il predominio sul Meridione italiano. |
1372 |
Giovanna I rinuncia ai diritti sovrani sulla Sicilia, che era stata conquistata dagli Aragonesi e finiscono pertanto le incursioni sul continente da parte degli Aragonesi di Sicilia. |
1382 |
Muore Giovanna I e con lei si estingue il ramo diretto di Carlo I d’Angiò. |
1404 |
Niccolò Ruffo, marchese di Cotrone e capo del partito angioino di Francia, perde nel 1404 il suo stato feudale (Santa Severina, Bisignano, Seminara, Grotteria, Castelvetere) in seguito alla guerra che intraprende contro di lui il re Ladislao (Mafrici). |
1420-21 |
Primo tentativo fatto da Alfonso d’Aragona di conquistare il Regno di Napoli. Era stato adottato come erede e successore dalla regina Giovanna II. Con l’occasione si delinearono nel baronaggio due partiti: l’uno angioino introrno a Carlo III d’Angiò, l’altro aragonese intorno ad Alfonso V d’Aragona. Entrambi aspiravano all’eredità del Regno ed entrambi assunsero il titolo di Duca di Calabria. Per l’uno e per l’altro erano condottieri rispettivamente Francesco Sforza per la parte angioina e Giovanni de Jxar per la parte aragonese. |
1423 |
Alfonso recede dal tentativo di conquista, rompe con la regina Giovanna II e la Calabria torna intera sotto il dominio angioino: il Sud si era schierato con gli aragonesi. |
1427 |
Carlo III d’Angiò si accorda con Giovanna II: deve solo occuparsi di governare il Ducato di Calabria, cosa che fa bene con beneficio della regione. |
1434 |
Muore prematuramente a Cosenza il mite Luigi III d’Angiò. |
1435 |
Muore la Regina Giovanna II d’Angiò-Durazzo: ne approfitta Alfonso V d’Aragona, per impadronirsi del Regno di Napoli, iniziandone la conquista dalla Calabria e dalla Campania, ch’erano le basi strategiche chiavi di esso. Renato d’Angiò tiene il regno fino al 1442. |
1442-1458 |
Regna a Napoli Alfonso il Magnanimo, I di Napoli e V d’Aragona. |
1444 |
“…quando emerse più fervido il culto alla Passione di Gesù Crocifisso sull'onda della rinascita religiosa segnata dall'apostolato francescano del beato Paolo da Sinopoli, che nel 1444 fondò il Convento degli Osservanti alla Certara in Terranova" ("Profilo storico dell'antica Terranova" - (Roma 1983) Mons. Giuseppe Larosa: riportato in Internet da Domenico Caruso). Altra notizia da verificare contestualmente: che Paolo (1436-1504) abbia fondato in Seminara il convento di Santa Maria degli Angeli. |
1456, 4-5 dicembre |
Nella notte tra il 4 e 5 dicembre un terremoto desolò quasi tutta l’Italia meridionale con rovine e con morti tali da far annoverare questo cataclisma tra i più disastrosi che abbiano devastato la parte meridionale della nostra penisola (Arch. Mur., I, 191, 1-5). |
1458 |
Sale sul Regno di Napoli Ferrante I d’Aragona, che succede al padre Alfonso il Magnanimo (1442-1458), che muore il 27 giugno del 1458. |
1459 |
Per istigazione di Antonio di Ventimiglia, molti castelli in Calabria si ribellano al re Ferdinando (Mur., t. XXI, pt IV, p. 69,1-2). |
1459-1464 |
La Calabria fu teatro d’una gravissima agitazione a carattere politico ed economico-sociale, che si innestava sul conflitto angioino-aragonese per la successione al trono di Napoli. |
1459, 2 giugno |
Battaglia di S. Eufemia. Vinsero le truppe aragonesi e vi fu un macello dei contadini ribelli. |
1459, 16 novembre |
Favorito dal tradimento, sbarca a Castel Volturno Giovanni d’Angiò, mentre Ferrante si trova ancora in Calabria, dove ha fatto prigioniero il Centelles. |
1460, 23 aprile |
Riuscito a corrompere una delle guardie addette a custodirlo, Antonio Centelles evade la notte del 23 aprile da Castel Nuovo gettandosi a nuoto nel mare sottostante, donde, rimesso piede a terra, prende la via di Marignano, terra soggetta al principe di Taranto. |
1460, 7 luglio |
Ferrante è clamorosamente sconfitto nella piana di Sarno dal pretendente al trono Giovanni d’Angiò. |
1462, 18 agosto |
Presso Troia, in Puglia, decisiva vittoria di Ferrante contro il rivale angioino. |
1463, aprile |
Maso Barrese, l’uomo più terribile del secolo, al servizio d’armi di Ferrante, subisce un’improvvisa e inaspettata sconfitta presso Paisano nel Reggino. |
1466, marzo |
Antonio Centelles è per la seconda volta fatto arrestare a tradimento dal re Ferrante I, che in segno di riconciliazione aveva preteso il matrimonio della figlia di Centelles, Polissena, celebrato il 15 ottobre 1465 con un figlio naturale del re stesso. Ferrante, in modo machiavellico, si comporterà in modo analogo con altri suoi nemici. Di Antonio Centelles non si seppe più nulla. |
1485-86 |
Grande congiura dei baroni. |
1536 |
Da quest’anno il vicerè don Pietro di Toledo incomincia a vietare ai baroni di limitare la libertà di commercio dei loro vassalli. È questa un’importante disposizione che tendeva ad evitare che i feudatari pretendessero di acquistare i prodotti agricoli del feudo, naturalmente ad un prezzo a loro conveniente, e di vendere agli abitanti le merci di cui potessero avere bisogno. La data spiega anche per Seminara la collocazione cronologica dei mercanti della seta. |
1541 |
In quest’anno l’avvento del dominio spagnolo determinerà la fine della presenza ebraica in Italia meridionale. || Il primo grande eccidio in Italia di cui si abbia notizia ebbe luogo in Meridione nel XIII secolo, su istigazione della monarchia angioina. Furono uccise migliaia di persone. Resta, come un agghiacciante ricordo di quelle stragi, il vicolo Scannagiudei, a Napoli. (Marco Paganoni). |
1561 |
Strage dei Valdesi a Guardia e a San Sisto. |
1567 |
Pio V promulga a 17. Kal. Junii Anni 1567 la Bolla “Etsi Mendicantium” sulla quale i Basiliani di Seminara rivendicavano il loro diritto a non partecipare alle pubbliche processioni.b |
1594, 2 settembre |
Da Gualtieri (p. 429) si legge che in questo giorno apparve nel mare di Reggio una flotta turca di 95 galere. A fronteggiarle era Carlo Spinello Napoletano. |
1638 |
La corte di Madrid annulla la distinzione giuridica esistente fra demanio feudale e demanio regio, decidendo di mettere in vendita quelle università che, per liberarsi dall'oppressione del barone, avevano riscattato la propria condizione feudale. |
1693, 11 gennaio |
La sera dell’11 gennaio 1693 si registra un catastrofico terremoto (XI grado della scala mercalli) nella Val di Noto in Sicilia. Tra i grandi agglomerati colpiti Catania, dove periscono i due terzi della popolazione. | Il sisma del 1693 interessò un’area vastissima: tutta la Sicilia ed oltre: da Malta alla Calabria; rase al suolo un terzo della Sicilia. | |
1764 |
Una grande carestia colpisce tutto il Regno. |
1784, 19 maggio |
Con regio dispaccio viene stabilita l’abolizione degli ordini monastici e dei luoghi pii della Calabria ulteriore, al fine di introitarne le rendite «per impegnarle in quegli usi che più conducenti siano al ristoro ed al vantaggio della popolazione della nominata provincia». |
1784, 4 giugno |
Viene istituita a Catanzaro la Cassa Sacra, ente preposto al sequesto, alla gestione, alla inventariazione e soprattutto all’alienazione dei beni ecclesiastici. |
1784, 27 novembre |
Viene istituita a Napoli la Suprema Giunta di Corrispondenza, con il compito di controllare l’organo di Catanzaro, di revisione della contabilità, di progettazione dei piani di ricostruzione e di intervento. |
1796, gennaio |
Viene soppressa la Cassa Sacra. |
1806, 2 agosto |
Legge eversive della feudalità, cui seguì il 18 ottobre dello stesso anno l’emanazione delle norme che stabilivano le modalità di elezione dei decurioni. |
1943, 20 settembre |
Incendio vandalico del deposito di guerra dell’Archivio di Stato di Napoli. Vengono distrutte fonti di capitale importanza per la storia del Regno. |
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Cronologia di Seminara
Per l’indicazione delle fonti occorre guardare le altre sezioni. La cronologia qui data ha un valore provvisorio: è una traccia di lavoro. Vengono cioè ricopiate le date prese da vari autori che possono anche essere inattendibili, ma di cui occorre controllare la veridicità. Quando possibile, insieme alla data viene fornita anche la fonte documentale.
747, 25 dicembre |
Il Fiore, (Calabria Illustrata, Vol. I, pag. 124) ricorda che a Seminara furono rinvenuti i corpi di due sacerdoti: uno era quello del sacerdote Giovanni Emanuele, figlio di Carlo e di Angiola Alessandrina, morto ivi il 25 dicembre del 747. |
884 |
Intorno a quest’anno venne edificato il monastero di S. Elia Novo, sul monte Aulinas, l’odierna S. Elia, «ma poiché troppo esposto alle frequenti incursioni arabe, i monaci durante il secolo X l’abbandonarono e ne costruirono un altro a circa 2 miglia dall’abitato di Seminara cingendolo di alte mura e fortificandolo» (f.i.). |
941 circa |
A quest’epoca il Gualtieri (p. 175) fissa l’incontro di santo Stefano da Rossano con S. Nilo, il quale “dimorava in una spelonca vicino la Real città di Seminara (la quale à tempo di San Nilo era Imperiale)”. Se la data approssimativa non si discosta di molto, l’evento narrato indicherebbe l’esistenza di una “città di Seminara” o almeno di un luogo abitato chiamato Seminara prima dell’anno 951, nel quale fu distrutta Taureana determinando un esodo verso la già esistente Seminara. |
945, 9 febbraio |
Il Fiore, (Calabria Illustrata, Vol. I, pag. 124) ricorda che a Seminara furono rinvenuti i corpi di due sacerdoti: dei quali cui uno era quello del sacerdote Paolo Squillace, figlio di Bruno e di Livia, morto a Seminara il 9 febbraio del 945. |
951 |
Abbandono e distruzione di Tauriana, la cui popolazione confluisce in buona parte nel vicino castello di Seminara. Per circa un secolo Seminara è sede vescovile. |
969 |
Intorno a quest’anno è dato da taluni il soggiorno in Seminara del vescovo Costantino. Il dato dovrebbe essere verificato e confermato. |
1040-70 |
Periodo della presenza di S. Filareto, nel monastero di S. Elia Novo, detto successivamente di S. Elia Novo e S. Filareto (f.i.). |
1072 |
Data fornita da Ugo Martino per la morte di S. Filareto, di cui scrisse la vita il monaco Nilo. |
1086 |
Fino a questa data Seminara è sede vescovile. Il privilegio le fu tolto da Ruggero il Normanno, che mantenne però l’obbligo per il vescovo di recarsi ogni anno in Seminara (f.i.). |
1133 |
A quest’anno risale il primo documento in cui compare il nome del Monastero di S. Filareto (f.i.). |
1175 |
21 ottobre 1175 (370) [Seminara: monasteri] Honofrio Archimandritae et conventui monasterii S. Salvatoris de Messana, O.S.Bas., omnia iura et bona confirmat. In Calabria vero: «monasterium S. Elionovi, monasterium S. Johannis de Laura, monasterium Sancti Phantini, monasterium S. Pancratii de Scilla, cum omnibus oboedien- {sic} «Dat. Anagnie, Id. novembris, Ind. VIII, incarnationis dominice an MCLXXV, Pont. an. XVII». «Regularem vitam eligentibus» Inserto nella Bolla di Sisto IV, del 27 aprile 1472, in Reg. Vat. 553, f. 132-134v; Cod. Vat. Lat. 8201, f. 92. |
1198 |
Già nel 1198 la SS.ma Trinità di Seminara apparteneva ai beni di S. Maria di Bagnara. Concessa quest’ultima, il 23 dicembre 1256, da Alessandro IV, al monastero della Gloria, tutti i suoi beni translarono nell’asse patrimoniale del monastero anagnino. Tra cui, per Seminara, apprendiamo, la chiesa stessa della SS.ma Trinità, tre mulini, come altro di cui solo l’analitico esame dei toponimi nella pergamena qui in esame può o meno assegnarli all’ambito del territorio di Seminara. (Scheda Pititto) |
1210 |
27 settembre 1210 (560) [Seminara: monasteri] Abbati et Priori (Monasterii S. Trinitatis) Militen. Manat ut defendant ius Monasterii S. Salvatoris de Lingua Messanen., in monasteria S. Iohannis de Laura et S. Philareti, Militen. dioc., quae iniuste usurpata fuerunt a Johanne et Nicolao de Ieracio. «Dat. Laterani, Quinto kal. octobris, anno dmce inc.is MCCX, pont. an. decimotercio». Ex parte dilectorum filiorum archimandrite et conventus S. Salvatoris de Lingua Messanen.». Cod. Vat. Lat. 8201, f. 22v-23; Fontes Iuris Orie |
1230, 5 aprile |
Terremoto nell’area di Reggio Calabria. |
1255 |
Nel teatro della guerra svevo-angioina Seminara viene occupata più volte. Invasione messinese di Seminara e pronta ritorsione narrata dal De Salvo (p. 30-31). |
1276 |
In quest’anno Seminara veniva tassata per 5.016 abitante, di cui 3 ebrei, come risulta dalla cedola fiscale pubblicata dal Pardi (Seminara nella cultura italiana, p. 25). |
1310 |
Terremoto nell’area di Villa S. Giovanni. |
1317 |
Anno di fondazione del convento di S. Francesco dei Minori conventuali. (Placanica) |
1325 |
(4551) «Fr. Basilius, Spitalerius Seminarie, gr. decem». Collect. cit.; Vendola, n. 4236. |
1328 |
Barlaam per certo si trova a Costantinopoli, dopo essere stata ad Arta, in Etolia, ed a Tessalonica. |
1537 |
In Palmi, ancora casale di Seminara, fondazione di un convento maschile. (Placanica) |
1362 |
7 maggio 1362 (7613) [S. Giovanni di Lauro] Processus confectus Avinione super lite inter Theodoretum, Archimandritam monasterii S. Salvatoris de Messana, et Petrum, Episcopum Militen., super possessione monasteriorum S. Johanni de Laura, S. Fantini, S. Pancratii de Briatico, S. Marie de Soriano de Paleana, Militen. dioc. Avinione anno 1362 Ind. XIV die VII maii Innoc. ppae VI anno X. Cod. Vat. Lat. 8201, f. 370-370v.
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1383 |
Donazione di re Carlo del feudo di Palma a Jacopo Caracciolo, detto Viola. |
1400 |
15 giugno 1400 (8804) [S. Filareto] Antonio, Episcopo Melfien., commendatur monasterium S. Filareti, O.S.Bas., Militen, dioc., vac. per ob. Augustini, Episcopi Sidonien. «Dat. Rome, apud Sanctumpetrum, Decimoseptimo kal. Julii, Anno Undecimo». «Romani pontificis prudentia circumspecta». s.m.: conventui monasterii S. Filareti Episcopo Militen. Reg. Lat. 75, f 69-70: Fontes Juris Orient.. 3 III, vol. XIII, 186-187
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1404 |
Niccolò Ruffo, marchese di Cotrone e capo del partito angioino di Francia, perde nel 1404 il suo stato feudale (Santa Severina, Bisignano, Seminara, Grotteria, Castelvetere) in seguito alla guerra che intraprende contro di lui il re Ladislao (Mafrici). |
1410-20 |
In un periodo compreso fra questi anni Seminara si tova sotto il dominio dei Ruffo (f.i.). |
1436 |
Anno di fondazione del convento dei PP. Osservanti, sotto il titolo di S. Maria degli Angeli, ad opera del beato Paolo da Sinopoli: “In eadem regione calabriae et civitate seminariae curante beato Paolo Sinopolitano sancti Bernardini senensis socio, circa hunc annum aedificatus est convenctus Beatae Mariae de Angelis, privatis quorumdam et publicis urbis expensis, humili tamen structura, juxta renascentis Observanti Regularis humilia exordia” (Waddingo, tomo X, 1418-1436). |
1448 |
Terremoto nell’area di Messina. |
1452 |
Sopruso da parte del feudatario Carlo Ruffo conte di Sinopoli che priva gli abitanti di Seminara del loro diritto di caccia. |
1463 |
Durante le alterne vicende della guerra angioino-aragonese Antonio Centelles, questa volta schieratosi dalla parte aragonese, combatte in Seminara ed in altre città vicine. |
1464 |
Nell’ultimo atto della guerra angioino-aragonese, Seminara venne confiscata al feudatario ribelle conte di Sinopoli ed assegnata al terribile Maso Barrese, che però di lì a poco venne per altri motivi imprigionato a Napoli da Ferrante I. |
1478, 15 gennaio |
In questa precisa data nella Platea è indicata la venuta dei d’Aquino in Seminara in seguito ad apparentamento per matrimonio con la famiglia Caro di Seminara. |
1487 16 agosto |
Dopo la congiura dei baroni, il re dispone che beni di signori ribelli vengano poste in vendita. In una lista di comuni interessati compare anche Seminara. |
1492 |
Risulta dal Codice aragonese una lagnanza fatta da Seminara, probabilmente terra demaniale, in quest’anno, per la “defensa de le iomente”. |
1495
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Battaglia della Figurella, tra spagnoli e francesi che restarono vincitori sul campo |
1495
|
Seminara fu donata* in feudo a Carlo Spinelli. La “signoria” degli Spinelli, salvo brevi interruzioni, si protrasse fino alla soppressione degli ordini feudali in epoca murattiana. *Galasso dice acquistata. |
1499, 9 novembre |
Terremoto nell’area di Messina. |
1500, 11 nov. |
Il trattato di Granada stipulato dal re di Francia Luigi XII e dal re di Spagna Ferdinando il Cattolico prevedeva la spartizione del regno di Napoli, dove regnava Federico III d’Aragona: la Francia avrebbe preso per sé Napoli, la terra di Lavoro e gli Abruzzi; gli Spagnoli la Calabria e la Puglia. L’occupazione avvenne in breve tempo e con poca difficoltà. Inoltre il 26 giugno 1501 papa Alessandro VI aveva deposto il re Federico. Nell’agosto del 1501 i Francesi entrarono a Napoli, mentre gli Spagnoli, occupata la Calabria, conquistarono quasi tutta la Puglia, tranne Trani, Monopoli, Brindisi, Otranto, Manfredonia e Taranto. Quando, invece, si trattò di spartirsi i territori occupati, la Spagna e la Francia ruppero l’alleanza, poiché entrambe aspiravano alla Basilicata e alla Capitanata, terra ricca di cereali e di pascoli che comportavano ricchezza per le casse dello Stato, soprattutto dopo l’istituzione della Dogana delle peccore (Barrueco). |
1503, 21 aprile (di venerdì) |
Battaglia del Pontevecchio, nella quale i francesi restarono sconfitti dagli spagnoli (Mur., t. XXIV, pt VIII, p. 91, 3-14). [cfr. D’AUTON, Croniques, II, pp. (320-21), 312ss. ] |
1509, 25 feb. |
Terremoto nell’area dello stretto di Messina. |
1549, 31 mag |
Terremoto nell’area di Villa S. Giovanni. |
1554 |
In quest’anno l’abbondanza delle acque ha prodotto gravi danni: la fiumara ha cancellato stabilimenti di produzione della seta. Risulta dai Relevi nell’ASN. |
1560 circa |
Nasce in Seminara Frate Angelo, al secolo Paolo Gieraci, figlio di Bernardino e di Girolama Cianciaruso. Ne narra la vita il Gualtieri, dedicandogli l’intero capitolo 83°. |
1560 |
Fondazione in Seminara di un convento dei PP. Cappuccini sotto il titolo di Santa Maria delle Grazie. (Placanica) |
1564 |
Nasce a Seminara Marcantonio Leoni dei Conti di Scilla e dei Marzano Duchi di Sessa. A 18 anni è mandato a studiare legge a Napoli. Si ammala. Si fa padre Cappuccino a Caserta, dove fa il noviziato. A un fratello di nome Alfonso che vorrebbe distorglierlo dal prendere gli ordini. Marcantonio dispone della sua eredità per costruire un ospedale in Seminara. Assume il nome di Fra Benedetto. “Diventa uno dei più insigni predicatori, sommo filosofo e teologo del suo tempo”. Viene inviato missionario nella Valtellina, dove nel 1575 i cappuccini aveva fondato una missione. Fra Benedetto viene mandato missionario anche nel sud della Francia per contrastre il calvinismo. Si reputa che sia riornato in Calabria nei primissimi anni del 1600. Viene eletto Guardiano e definitore più volte e per tre volte ministro provinciale, nei capitoli celebratisi rispettivamente nel 1606 a Reggio Calabria, nel 1615 a Seminara e nel 1621 a Tropea. Per 20 anni insegna teologia e filosofia nei vari studentati cappuccini della Calabria. Predica ben 36 quaresimali, dei quali 6 a Seminara. Era sua nipote Maria Grimaldi, che soffriva le doglie del parto e non poteva dare alla luce la sua creatura. Partorì infine e chiamarono Benedetto il nato che diventerà sacerdote domenicano. Il fratello Alfonso premorì a Marcantonio, con probabile effetti ereditari. Morì a Seminara il 14 marzo 1627 all’età di 63 anni e 45 di religione. |
1578 |
Fondazione in Seminara del Monastero delle clarisse sotto il tutolo di San Mercurio. (Placanica). |
1579 |
Si tenne nel Monastero di S. Filareto il primo capitolo generale dell’ordine dei Basiliani. (Dubium). |
1583 |
«Nel 1583, infatti, troviamo un debito di Seminara col marchese di Fuscaldo ascendente a 20.600 ducati» (Galasso, in 3°CST, p. 40). |
1584 |
In quest’anno Reggio ottiene il trasloco dell’Udienza di Calabria Ultra da Catanzaro, ma soltanto dieci anni dopo, a causa della scorreria barbaresca che aveva dato alle fiamme gli edifici pubblici, Reggio si vide sostituire, nel grado di capoluogo della provincia, prima da Seminara e poi di nuovo da Catanzaro (Cfr. Galasso, 3°CST, 43-44). |
1584, 20 marzo |
Ultima disposizione testamentaria di Marcantonio di Leone, con la quale istituiva sua erede universale la città di Seminara. Fonte: de Sarno, p. 6. |
1588 |
Viene eretto il Sacro Monte della Pietà di Seminara. |
1590 circa |
Fra Angelo di Seminara, trentenne, parte alla volta di Gerusalemme dove rimase circa 10 anni. |
1599, agosto |
Terremoto nell’area di Messina. |
1599 |
Episodio Marcantonio Capitò. Era costui un “chierico selvaggio” che dopo aver bastonato un frate basiliano per sfuggire al castigo regio si rifugiò in una chiesa di Seminara e fece sorgere gravi conflitti giurisdizionali con il vescovo di Mileto. |
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1601, 10 agosto |
Terremoto nell’area di Villa S. Giovanni. |
1615 |
Si svolge in Seminara uno dei tre capitoli di cui fi ministro provinciale Fra Benedetto. Gli altri si svolsero in Reggio e in Tropea. |
1619, 5 gennaio |
Terremoto in Calabria. |
1621, 9 agosto |
Terremoto in Calabria. |
1623 |
In Seminara viene fondato il convento dei Padri Osservanti. (Placanica) |
1626 |
Risale a quest’anno il precedente invocato nella riforma del Parlamento varata nel 1756. Era sindaco Girolamo d’Aquino. |
1627, 14 marzo. |
Muore il Seminara Marcantonio Leoni, Fra Benedetto, all’età di 63 anni e 45 di religione. |
1634 |
A mente: risale a quest’epoca il distacco di Palmi da Seminara, rimangono negli anni strascichi e rivalità fino al presente, contrassegnati da una continua ascesa di Palmi ed un continuo declino di Seminara. Vedi documento in Comune. |
1635, 12 agosto |
Terremoto nell’area di Messina. |
1637 |
Fondazione in Seminara del Monastero di Clarisse sotto il titolo dell’Annunziata. (Placanica) |
1638, 9 giugno |
Terremoto nel crotonese. |
1649, gennaio |
Terremoto nell’area di Messina. |
1657 |
Dai Diari: “…tra le molte cose che non comprendo, mi pare però di riconoscere con sufficiente certezza una data per me interessante ed importante: per effetto di Bolla di Pio V nell’anno 1657 il Monastero di S. Filareto fu eretto in Collegium Studiorum”. |
1659, 3 settembre |
Gregorio Panzani, vescovo di Mileto, istituisce la Collegiata di Seminara. Il 30 agosto vi era già stata la bolla pontificia di autorizzazione (Russo 38749). (pt). |
1667 |
Fondazione in Seminara del convento dei Domenicani sotto il titolo di Santa Maria del Rosario (Placanica). |
1672 |
Si contano in Seminara dai libri mutili dei defunti non meno di 637 morti avutisi in Seminara. Essendo i morti distribuiti su tutti i mesi dell’anno deve trattarsi di una morìa dovuta ad una qualche pestilenza, o carestia. |
1687, 2 ottobre |
Terremoto a Tropea. |
1693, 11 gen. |
Terremoto nella Sicilia Orientale, ma i cui effetti sono indicati (Baullo) anche per Seminara. In questo anno fu distrutto l’antico monastero di S. Filareto, che vantava origini fino al IV secolo (dalla Causa per le processioni). La fonte si trova nelle recenti acquisizioni del fondo R. |
1706, 19 mar |
Terremoto nell’area di Reggio Calabria interessando Scilla. |
1707, 3 marzo |
Terremoto in Calabria. |
1712, 16 luglio |
Terremoto nella Calabria Meridionale. |
1715, 21 feb. |
Terremoto nell’area di Reggio Calabria. |
1720, 12 set. |
Terremoto nell’area di Gerace. |
1724, 3 agosto |
Terremoto nell’area di Villa S. Giovanni. |
1746, 1° maggio |
Le famiglie Sanchez e Coscinà vengono ammesse al Parlamento. |
1751 |
Si apprende dal “Dubium an Monaci Basiliani…” che in questo anno si tenne una Dieta Generale dei Basiliani presso il monastero di S. Filareto. |
1756 |
Dovette esservi in quest’anno un’importante riforma del Parlamento. Ne parla Tiberio d’Aquino. |
1757, 18 maggio |
Episodio narrato da Tiberio d’Aquino riguardante l’ospitalità offerta in Seminara per otto giorno da parte del Duca Spinelli di Seminara al Duca di Monteleone, sbarcato con due galere alle Pietre Nere proveniente dalla Sicilia. |
1763 |
Viene eletto Sindaco d. Emanuele Sanchez. |
1765, 13 settembre |
Posa della prima pietra del campanile della Chiesa di San Michele Arcangelo. |
1766, 14 aprile |
Inizia il rifacimento dell’antica strada della Funnara, che partiva dalla porta del Borgo ed arriva al Petrace. Vi lavoraro per dieci anni otto mastri, venti manovali e cinquanta donne. Fu terminata il 3 agosto 1776. |
1768, 31 luglio |
Sin da questa data la Madonna dei Poveri risulta Patrona di Seminara. |
1776, 3 agosto |
È terminato il rifacimento della strada della Funnara, inziato il 14 aprile 1766. |
1776, 14 agosto |
Arriva da Napoli, dove fu fabbricata, la campana per il campanile di S. Michele Arcangelo. |
1781 |
Il principe di Cariati fa incetta dell’olio con una conveniente (per lui) anticipazione in denaro e lo ripone in magazzini appositamente costruiti nella marina delle Pietrenere. |
1790, 20 marzo |
Si legge in un atto della Cassa Sacra che la popolazione di Seminara ammonta in questa data a oltre 5.000 anime, che non dispongono ancora di una chiesa madre, essendo questa in “legname fradicio”. |
1816 |
Palmi è elevata amministrativamente a capoluogo di Circondario. |
C.
Cronologie comparate
f. i. = fonte inattendibile. Ciò non significa che il dato sia erroneo, ma che lo si è preso da autori inaffidabili per la metodologia seguita. Il dato dovrà essere pertanto verificato ulteriormente su fonti originarie o di prima mano.
Storia generale |
Storia di Seminara |
445 |
La periferia nord di Taurianum, – detta più tardi in senso stretto Taurianum, mentre Tauriana veniva detta la parte sud – viene abbandonata verso il 445 in seguito ai gravi danni subiti dalle invasioni (Saletta). |
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490 |
Tuarianum subisce altri danni in seguito ad una scorreria degli Ostrogoti (Saletta). |
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553 |
Conquista dell’Italia ad opera di Narsete, generale di Giustiniano. Nel riassetto delle provincie che ne segue il Bruzio e la Lucania costituiscono il 10° tema. |
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589 |
L’esercito longobardo di re Autari III, marito di Teodolinda, incurante del dislocamento delle truppe imperiali bizantine, piombò sulla Calabria tutto travolgendo, uccidendo e depredando. |
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590 |
Intorno a questo anno i Longobardi arrecarono tali danni a Taurianum da costringere la popolazione ad abbandonare in massa la città (Saletta). |
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590-605 |
Pontificato di Gregorio I Magno, il quale ordinò che tutti i monaci di Taureana, guidati da Paolino, si rifugiassero a Messina. |
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747, 25 dicembre |
Il Fiore, (Calabria Illustrata, Vol. I, pag. 124) ricorda che a Seminara furono rinvenuti i corpi di due sacerdoti: uno era quello del sacerdote Giovanni Emanuele, figlio di Carlo e di Angiola Alessandrina, morto ivi il 25 dicembre del 747. |
787 |
Concilio Niceno II, nel quale intervengono molti vescovi della Calabria: sono tutti greci e firmano in greco. |
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832 |
I saraceni s’installano a Palermo. |
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842 |
I saraceni s’installano a Messina. |
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878 |
I saraceni s’installano a Messina. |
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884 |
Intorno a quest’anno venne edificato il monastero di S. Elia Novo, sul monte Aulinas, l’odierna S. Elia, «ma poiché troppo esposto alle frequenti incursioni arabe, i monaci durante il secolo X l’abbandonarono e ne costruirono un altro a circa 2 miglia dall’abitato di Seminara cingendolo di alte mura e fortificandolo» (f.i.). |
935, 26 agosto |
Molto probabilmente questa è la pagina più tragica per Genova: il saccheggio della città da parte dei musulmani il 26 Agosto 935. Alle prime luci dell'alba, gli arabi arenarono le loro galee sotto San Siro e, mentre tutti i genovesi dormivano, entrarono nelle case, saccheggiandole, uccisero tutti gli uomini e rapirono tutte le donne e le bambine, imbarcandole sulle loro navi. La cattedrale di San Siro e le altre chiese furono profanate e bruciate. Dopo due ore d’inferno gli arabi tornarono alla spiaggia e ripartirono verso altri lidi, ma prima pensarono bene di portarsi via tutte le imbarcazioni genovesi. L'evento risultò devastante per i genovesi che cominciarono a serbare un odio feroce verso i saraceni che potrà essere placato solo sedici anni dopo quando batterono i musulmani riconquistando alcune città della riviera. (Internet) |
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941 circa |
A quest’epoca il Gualtieri (p. 175) fissa l’incontro di santo Stefano da Rossano con S. Nilo, il quale “dimorava in una spelonca vicino la Real città di Seminara (la quale à tempo di San Nilo era Imperiale)”. Se la data approssimativa non si discosta di molto, l’evento narrato indicherebbe l’esistenza di una “città di Seminara” o almeno di un luogo abitato chiamato Seminara prima dell’anno 951, nel quale fu distrutta Taureana determinando un’esodo verso la già esistente Seminara. |
945 |
Dopo la tragica giornata del 26 agosto 935 la città di Genova ricominciò lentamente a riprendere vita e dieci anni dopo, nel 945, fu costituita una comunità che diventerà importantissima nei secoli a seguire: la "Compagna". L'ideatore di questa associazione fu il Vescovo Teodolfo, che pensò di dividere i cittadini in due categorie: gli "habitatores", cioè i nullatenenti che si dovevano occupare della guardia della città, e i "boni homines", cioè quelle persone abbienti che versando una quota annuale partecipavano alla costruzione della flotta militare. Il Vescovo preparò un vero e proprio statuto che presentò al Re Berengario, che dopo averlo accettato, promulgò, forse perche attirato dal vantaggio di disporre di una flotta a difesa delle invasioni saracene, la "Donatio Berengari", accettata poi da tutti gli altri Imperatori, che permetteva tra le altre cose di non pagare più gabelle allo stato e di avere una quasi completa indipendenza, tanto da considerare Genova una Repubblica. (Internet) |
945, 9 febbraio |
Il Fiore, (Calabria Illustrata, Vol. I, pag. 124) ricorda che a Seminara furono rinvenuti i corpi di due sacerdoti: dei quali cui uno era quello del sacerdote Paolo Squillace, figlio di Bruno e di Livia, morto a Seminara il 9 febbraio del 945. |
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951 |
Abbandono e distruzione di Tauriana, la cui popolazione confluisce in buona parte nel vicino castello di Seminara. Per circa un secolo Seminara è sede vescovile. |
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969 |
Intorno a quest’anno è dato da taluni il soggiorno in Seminara del vescovo Costantino. Il dato dovrebbe essere verificato e confermato. |
972 |
Ottone II sposò Teofano, figlia di Romano II, Basileus di Bisanzio, la quale, nel viaggio verso la Germania, convinse alcuni monaci calabresi a seguirla nella nuova patria. Tra questi si ricordano Giovanni Filigato di Rossano e S. Gregorio di Cassano. |
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985 |
Intorno a questa data S. Nilo di Rossano insieme con 60 monaci mercuriensi abbandona la Calabria, dapprima per Valleluce, nel territorio di Montecassino, poi a Serperi, presso Gaeta. Vi rimasero 25 anni. |
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1016 |
A partire da quest’anno è documentata l’apparizione dei Normanni nell’Italia meridionale. |
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1029 |
Primo insediamento normanno in Italia: Arnolfo sposa la figlia del duca di Napoli ed ottiene con il titolo di conte il feudo di Aversa. |
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1038 |
Gli Altavilla, scesi in Italia attirati da Arnolfo, si pongono al servizio dei bizantini in una campagna contro i musulmani di Sicilia, ma quando tornano nel continente passano al servizio dei Longobardi in rivolta contro i greci nelle Puglie e in Basilicata. |
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1133 |
A quest’anno risale il primo documento in cui compare il nome del Monastero di S. Filareto (f.i.). |
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1040-70 |
Periodo della presenza di S. Filareto, nel monastero di S. Elia Novo, detto successivamente di S. Elia Novo e S. Filareto (f.i.). |
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1072 |
Data fornita da Ugo Martino per la morte di S. Filareto, di cui scrisse la vita il monaco Nilo. |
1042 |
Arnolfo, conte di Aversa, si impossessa di Gaeta. |
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1043 |
Occupata Melfi, uno dei figli di Tancredi, Guglielmo Braccio di ferro, ne diviene conte. |
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1053 |
Roberto il Guiscardo, altro figlio di Tancredi d’Altavilla, sconfigge l’esercito pontificio a Civita, in Capitanata. |
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1054 |
I Normanni iniziano la conquista della Calabria, collocando la regione definitivamente sotto la giurisdizione di Roma e accentuando il loro favore agli ordini classici dell’Occidente: benedettini, certosini e cistercensi. |
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1060 |
L’ultima fortezza calabrese, Reggio, cade in mano ai normanni. Fine della dominazione bizantina in Calabria. |
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1085, 17 luglio |
Muore Roberto il Guiscardo. |
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1086 |
Fino a questa data Seminara è sede vescovile. Il privilegio le fu tolto da Ruggero il Normanno, che mantenne però l’obbligo per il vescovo di recarsi ogni anno in Seminara (f.i.). |
1097 |
Il Papa Urbano viene in Calabria per raccogliere tesori. Fu a Mileto (Gualtieri, p. 227). |
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1130 |
Ruggero II unifica i domini normanni dell’Italia meridionale: è così costituito l’assetto territoriale del Regno delle Due Sicilie che si manterrà fino al 1860. |
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1140 |
Assise di Ariano |
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1255 |
Nel teatro della guerra svevo-angioina Seminara viene occupata più volte. Invasione messinese di Seminara e pronta ritorsione narrata dal De Salvo (p. 30-31). |
1194, 20 novembre |
Gli Altavilla cessano per sempre di regnare a Palermo: Enrico VI di Hohenstaufen entra a Palermo, facendone la capitale del regno svevo. |
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1194, 25 dicembre |
L’imperatore Enrico VI di Hehenstaufen cinge la corona di Sicilia nella cattedrale di Palermo. |
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1265 |
Al tramonto della monarchia normanno-sveva contribuisce, ed in misura determinante, Bartolomeo Pignatelli: è proprio lui, il «pastor di Cosenza» di dantesca memoria (Purgatorio, III, 43), a concludere, nella sua quallità di nunzio presso Luigi IX di Francia, la convenzione secondo la quale il pontefice Clemente IV impone a Carlo I nel 1265, nel momento cioè dell’investitura del Regno di Sicilia, il riconoscimento del vassallaggio alla Chiesa, nonché il versamento di un censo annuo e l’obbligo di governare in base a precise norme concordate. |
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1282-1302 |
Guerra del Vespro. Il popolo siciliano si ribella agli angioini ed invoca l’intervento di Pietro III d’Aragona, con notevoli ripercussioni in Calabria ed in tutto il Mezzogiorno. |
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1282, 31 marzo |
Vespri Siciliani. Giovanni da Procida. Sua intesa con re Pietro d’Aragona al quale viene offerta dal parlamento siciliano la corona del regno delle Due Sicilie. |
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1282, 6 dicembre |
Re Pietro tragetta di notte lo stretto e va a nascondersi nei fitti boschi di Solano. |
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1283, 23 febbraio |
Un forte nerbo di “partigiani”, rafforzato da “arditi” almugaveri, piombò di sorpresa su un accampamento francese, che dormiva tranquillamente in contrada Lagrussana presso il castello di Sinopoli inferiore. |
1283, 13 marzo |
Le truppe di Pietro d’Aragona entrano in Seminara, cacciando gli Angioini. Conquistano altri castelli vicini. |
1283, 30 marzo |
Dopo la sortita aragonese nell’accampamento di Seminara il 13 marzo, il papa che proteggeva il re angioino indisse il congresso di S. Martino. Fu dettata una costituzione in 46 capitoli, con la quale si davano ai calabresi privilegi, riduzioni di imposte e tasse, libertà, franchigie e garanzie. |
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1317 |
Anno di fondazione del convento di S. Francesco dei Minori conventuali. |
1315 |
Grande fame. |
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1348 |
Grande peste. |
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1372 |
Giovanna I rinuncia ai diritti sovrani sulla Sicilia, che era stata conquistata dagli Aragonesi e finiscono pertanto le incursioni sul continente da parte degli Aragonesi di Sicilia. |
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1382 |
Muore Giovanni I e con lei si estingue il ramo diretto di Carlo I d’Angiò. |
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1410-20 |
In un periodo compreso fra questi anni Seminara si tova sotto il dominio dei Ruffo (f.i.). |
1404 |
Niccolò Ruffo, marchese di Cotrone e capo del partito angioino di Francia, perde nel 1404 il suo stato feudale (Santa Severina, Bisignano, Seminara, Grotteria, Castelvetere) in seguito alla guerra che intraprende contro di lui il re Ladislao (Mafrici). |
1404 |
Niccolò Ruffo, marchese di Cotrone e capo del partito angioino di Francia, perde nel 1404 il suo stato feudale (Santa Severina, Bisignano, Seminara, Grotteria, Castelvetere) in seguito alla guerra che intraprende contro di lui il re Ladislao (Mafrici). |
1420-21 |
Primo tentativo fatto da Alfonso d’Aragona di conquistare il Regno di Napoli. Era stato adottato come erede e successore dalla regina Giovanna II. Con l’occasione si delinearono nel baronaggio due partiti: l’uno angioino introrno a Carlo III d’Angiò, l’altro aragonese intorno ad Alfonso V d’Aragona. Entrambi aspiravano all’eredità del Regno ed entrambi assunsero il titolo di Duca di Calabria. Per l’uno e per l’altro erano condottieri rispettivamente Francesco Sforza per la parte angioina e Giovanni de Jxar per la parte aragonese. |
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1423 |
Alfonso recede dal tentativo di conquista, rompe con la regina Giovanna II e la Calabria torna intera sotto il dominio angioino: il Sud si era schierato con gli aragonesi. |
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1427 |
Carlo III d’Angiò si accorda con Giovanna II: deve solo occuparsi di governare il Ducato di Calabria, cosa che fa bene con beneficio della regione. |
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1434 |
Muore prematuramente a Cosenza il mite Luigi III d’Angiò. |
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1435 |
Muore la Regina Giovanna II d’Angiò-Durazzo: ne approfitta Alfonso V d’Aragona, per impadronirsi del Regno di Napoli, iniziandone la conquista dalla Calabria e dalla Campania, ch’erano le basi strategiche chiavi di esso. Renato d’Angiò tiene il regno fino al 1442. |
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1436 |
Anno di fondazione del convento dei PP. Osservanti, sotto il titolo di S. Maria degli Angeli. |
1442-1458 |
Regna a Napoli Alfonso il Magnanimo, I di Napoli e V d’Aragona. |
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1458 |
Sale sul Regno di Napoli Ferrante I d’Aragona, che succede al padre Alfonso il Magnanimo (1442-1458), che muore il 27 giugno del 1458. |
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1459-1464 |
La Calabria fu teatro d’una gravissima agitazione a carattere politico ed economico-sociale, che si innestava sul conflitto angioino-aragonese per la succesione al trono di Napoli. |
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1459, 2 giugno |
Battaglia di S. Eufemia. Vinsero le truppe aragonesi e vi fu un macello dei contadini ribelli. |
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1459, 16 novembre |
Favorito dal tradimento, sbarca a Castel Volturno Giovanni d’Angiò, mentre Ferrante si trova ancora in Calabria, dove ha fatto prigioniero il Centelles. |
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1460, 23 aprile |
Riuscito a corrompere una delle guardie addette a custodirlo, Antonio Centelles evade la notte del 23 aprile da Castel Nuovo gettandosi a nuoto nel mare sottostante, donde, rimesso piede a terra, prende la via di Marignano, terra soggetta al principe di Taranto. |
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1460, 7 luglio |
Ferrante è clamorosamente sconfitto nella piana di Sarno dal pretendente al trono Giovanni d’Angiò. |
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1462, 18 agosto |
Presso Troia, in Puglia, decisiva vittoria di Ferrante contro il rivale angioino. |
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1463, aprile |
Maso Barrese, l’uomo più terribile del secolo, al servizio d’armi di Ferrante, subisce un’improvvisa e inaspettata sconfitta presso Paisano nel Reggino. |
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1466, marzo |
Antonio Centelles è per la seconda volta fatto arrestare a tradimento dal re Ferrante I, che in segno di riconciliazione aveva preteso il matrimonio della figlia di Centelles, Polissena, celebrato il 15 ottobre 1465 con un figlio naturale del re stesso. Ferrante, in modo machiavellico, si comporterà in modo analogo con altri suoi nemici. Di Antonio Centelles non si seppe più nulla. |
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1485-86 |
Grande congiura dei baroni. |
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1560 circa |
Nasce in Seminara Frate Angelo, al secolo Paolo Gieraci, figlio di Bernardino e di Girolama Cianciaruso. Ne narra la vita il Gualtieri, dedicandogli l’intero capitolo 83°. |
1561 |
Strage dei Valdesi a Guardia e a San Sisto. |
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1584, 20 marzo |
Ultima disposizione testamentaria del Beato Leone, con la quale istituiva sua erede universale la città di Seminara. Fonte: de Sarno, p. 6. |
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1588 |
Viene eretto il Sacro Monte della Pietà di Seminara. |
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1590 circa |
Fra Angelo di Seminara, trentenne, parte alla volta di Gerusalemme dove rimase circa 10 anni. |
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1626 |
Risale a quest’anno il precedente invocato nella riforma del Parlamento varata nel 1756. Era sindaco Girolamo Aquino. |
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1746, 1° maggio |
Le famiglie Sanchez e Coscinà vengono ammesse al Parlamento. |
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1756 |
Dovette esservi in quest’anno un’importante riforma del Parlamento. Ne parla Tiberio d’Aquino. |
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1757, 18 maggio |
Episodio narrato da Tiberio d’Aquino riguardante l’ospitalità offerta in Seminara per otto giorno da parte del Duca Spinelli di Seminara al Duca di Monteleone, sbarcato con due galere alle Pietre Nere proveniente dalla Sicilia. |
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1763 |
Viene eletto Sindaco d. Emanuele Sanchez. |
1764 |
Una grande carestia colpisce tutto il Regno. |
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1765, 13 settembre |
Posa della prima pietra del campanile della Chiesa di San Michele Arcangelo. |
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1766, 14 aprile |
Inizia il rifacimento dell’antica strada della Funnara, che partiva dalla porta del Borgo ed arriva al Petrace. Vi lavoraro per dieci anni otto mastri, venti manovali e cinquanta donne. Fu terminata il 3 agosto 1776. |
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1768, 31 luglio |
Sin da questa data la Madonna dei Poveri risulta Patrona di Seminara. |
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1776, 3 agosto |
È terminato il rifacimento della strada della Funnara, inziato il 14 aprile 1766. |
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1776, 14 agosto |
Arriva da Napoli, dove fu fabbricata, la campana per il campanile di S. Michele Arcangelo. |
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1781 |
Il principe di Cariati fa incetta dell’olio con una conveniente (per lui) anticipazione in denaro e lo ripone in magazzini appositamente costruiti nella marina delle Pietrenere. |
1784, 19 maggio |
Con regio dispaccio viene stabilita l’abolizione degli ordini monastici e dei luoghi pii della Calabria ulteriore, al fine di introitarne le rendite «per impegnarle in quegli usi che più conducenti siano al ristoro ed al vantaggio della popolazione della nominata provincia». |
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1784, 4 giugno |
Viene istituita a Catanzaro la Cassa Sacra, ente preposto al sequesto, alla gestione, alla inventariazione e soprattutto all’alienazione dei beni ecclesiastici. |
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1784, 27 novembre |
Viene istituita a Napoli la Suprema Giunta di Corrispondenza, con il compito di controllare l’organo di Catanzaro, di revisione della contabilità, di progettazione dei piani di ricostruzione e di intervento. |
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1796, gen. |
Viene soppressa la Cassa Sacra. |
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[1] Et habeatur ratio pietatis, parlasi della vendita de’ pegni, ut nimis propere non vendantur, ut Dominus illum redimere possit. Zechius de usuris cap. 8. § 7.
D.
Avvicendamenti della Sovranità sul territorio
Quadro generale e riassuntivo
(tratto da Fonti diverse)
Periodizzazione della storia calabrese post-romana:
- Periodo latino: 1-551
a) periodo bizantino: 552-1060 (= assedio normanno di Reggio)
b) periodo normanno: (1054-1194) = 140 anni;
– Nel 1056 Roberto il Guiscardo inizia la sua avventura in Calabria e conquista Martirano, Maida e Nicastro. Nel 1060 Reggio e il resto della Calabria si arrendono a Roberto e a suo fratello Ruggero.
– Grazie a Ruggero Mileto diventa nel 1081 sede del Vescovado con bolla di Papa Gregorio VII che vi trasferisce le sedi di Vibona a Tauriana.
– RUGGIERO NORMANNO:
Figlio del Gran Conte Ruggiero fu il primo Re Normanno della Sicilia, dove importò la canna da zucchero, il gelso e il baco da seta. Nacque nel 1094 morì nel 1154.
– Nel 1090 i Normanni guidati da Duca di Calabria Ruggero d'Altavilla con la battaglia di Scicli sconfissero i Saraceni e Rakkusa diventò Ragusa.
– Nel 1091 i Normanni elessero Ragusa a Contea assegnandola a Goffredo, figlio del Conte Ruggero. Ragusa vide al potere i Conti Goffredo, Silvestro, Guglielmo Martino e Silvestro Bernardo. I Normanni introdussero in Sicilia il sistema feudale, già in uso in Italia e in Europa.
– Nel concilio di Melfi del 1059 i Duchi Normanni si erano dichiarati vassalli della Chiesa Romana e ricevevano in feudo le terre conquistate e da conquistare, impegnandosi, con solenne giuramento, a ricondurre alla giurisdizione di Roma tutti i territori che essi avessero in futuro strappato ai bizantini e agli arabi. Così, occupata la Calabria, si affrettarono a realizzare l'impegno. La politica religiosa di Ruggero non valse solo a rinsaldare le relazioni fra i Normanni e i Pontefici, ma fu il primo varco aperto alla Chiesa di Roma nella Calabria meridionale, che era stata sempre unita al Patriarcato di Costantinopoli e alla liturgia bizantina. I Normanni però non riuscirono a latinizzare sistematicamente il paese: greca rimase sempre la lingua parlata e solo molto più tardi sarà abolito il rito greco.
– Nel 1130 Ruggero II trasferì la capitale da Mileto a Palermo e la Calabria venne divisa in due Giustizierati, uno dei quali era Terragiordania, con capoluogo Catanzaro.
c) periodo svevo: 69 anni; (-1265)
– FEDERICO II DI SVEVIA:
Federico II, nipote di Federico I Barbarossa, succedette al Padre Enrico VII Re di Sicilia nel 1197; divenne imperatore di Germania nel 1212, intraprese la sesta crociata nel 1229, lottò contro le città lombarde ed i papi Gregorio IX ed Innocenzo 1V; morì scomunicato nel 1250.
d) periodo angioino: 177 anni; (-1302)
– CARLO D’ANGIO’:
Carlo I, fratello di Luigi IX Re di Francia e conte d'Angiò, fece la conquista di Napoli contro il Re Manfredi, che vinse ed uccise alla battaglia di Benevento, nel 1266. La congiura di Giovanni da Procida gli fece perdere la Sicilia, dove, nei Vespri Siciliani, tutti i francesi furono trucidati. Nacque nel 1220; morì nel 1285.
e) periodo aragonese: 58 anni;
– ALFONSO D’ARAGONA:
Alfonso V detto il Magnanimo, regnò a Napoli e in Sicilia. Nacque nel 1416; morì nel 1458.
f) periodo spagnolo o del Viceregno (dal 1502) al 1734
– CARLO V:
Figlio di Filippo IV (di Spagna) e di Maria Anna d'Austria, regnò dal 1665 al 1700.
g) periodo austriaco;
h) periodo borbonico:
– CARLO III DI BORBONE:
Figlio di Filippo V e di Elisabetta Farnese, fu dapprima Re di Napoli e di Sicilia, dove seppe farsi amare e governare, con giustizia e con lustro; divenne Re di Spagna nel 1759; morì nel 1788.
i) periodo francese:
– GIOACCHINO MURAT:
Di oscura famiglia, giunse alle prime dignità militari durante il consolato e l'impero di Napoleone È Cognato di questo (1800) venne fatto Re di Napoli nel 1808, ma si staccò dall'imperatore nel 1814, perché aspirava alla corona d'Italia.
k) periodo italiano:
– VITTORIO EMANUELE:
Prima Re di Sardegna, poi Re d'Italia. Chiamato al trono per l'abdicazione di suo padre Carlo Alberto (1849), cercò di riordinare le finanze e l'esercito; prese parte alla guerra di Crimea (1855), che fu il primo passo verso l'indipendenza d'Italia. In seguito alla spedizione di Garibaldi in Sicilia (1860) occupò lo Stato della Chiesa, ad eccezione della provincia di Roma, e poi anche le province napolitane e la Sicilia. Votata l'annessione di tutte queste province, Vittorio Emanuele assunse il titolo di Re d'Italia.
E.
Elenco dei Vicerè[2]:
1°)
Consalvo di Cordova
(16 maggio 1503 - 11 giugno 1507)
– Prima di entrare in Napoli come primo vicerè, il 15 maggio 1503 dal suo campo presso Gaudello nel territorio di Acerra, Consalvo aveva approvato 69 capitoli di grazie e privilegi propostigli dalla città di Napoli.
– Il vicerè dimorò poco in città, dove lo sostituì spesso nelle cure del governo Antonio Cardona, marchese di Padula.
– La venuta di Consalvo fece temere che avrebbe potuto essere introdotta l’inquisizione di Spagna, che nel 1500 era stata instaurata in Sicilia. Sarebbe stato un ottimo strumento politico per debellare l’opposizione ai nuovi dominanti che era largamente diffusa soprattutto tra la nobiltà in parte filofrancese.
– Iniziò con Consalvo una serie di contribuzioni finanziarie, con intensità e frequenza diverse, in rapporto alle necessità della politica estera spagnola. Nel 1504 ebbe luogo la prima richiesta rivolta al Parlamento generale del regno.
– Consalvo cercò di ricondurre la pace e la normalità nel paese, ove tra l’altro ripresero i corsi all’Università, grazie anche all’aiuto di Ferdinando d’Aragona che nel 1505 destinò 2.000 ducati per il funzionamento dello Studio Napoletano riaperto nel 1507.
– Durante le sue brevi permanenze a Napoli Consalvo catturò Cesare Borgia e lo inviò prigioniero in Spagna.
– Consalvo si dedicò alla riforma di due importanti uffici napoletani: il Consiglio Collaterale e la Camera della Sommaria.
– Lasciò Napoli l’11 giugno 1507 e morì il 2 dicembre 1515 a Granada, dove fu seppellito nella chiesa di San Jeronimo.
2°)
Giovanna d’Aragona
3°)
Il conte di Ripacorsa:
– Nel 1506 il nuovo sovrano, Ferdinando il Cattolico visitò Napoli e, partendo, vi lasciò come viceré il conte di Ripacorsa. Questi cercò di introdurre nel Regno l'inquisizione spagnola, ma l'opposizione della cittadinanza napoletana lo costrinse ad abbandonare il proposito.
4°) Raimondo di Cardona
luogotenenti del Cardona:
– il cardinale Remolines
– il conte di Capaccio
5°) Carlo di Lannoy e il conte di Santa Severina
6°) Ugo di Moncada
7°) Il principe d’Orange
8°) Il cardinale Pompeo Colonna
9°)
Don Pietro di Toledo
– Col viceré don Pedro Alvarez de Toledo, designato nel 1532 cominciò una fase nuova della politica viceregnale caratterizzata da un accentuato autoritarismo e carattere fortemente spagnolo del governo: i viceré furono tutti spagnoli, stretti al loro sovrano nel segreto della corrispondenza.
– A don Pedro Alvarez de Toledo Napoli dovette il risanamento edilizio e l'ampliamento dell'area urbana con l'apertura della strada che da lui prese nome e con la costruzione dei quartieri a ponente della nuova strada al cui termine il viceré eresse un nuovo palazzo per la sua residenza;
10°) Luigi di Toledo
11°) Il duca d’Alba
12°) Giovanni Manriquez di Lara
13°) Il duca d’Alcalà
14°) Il cardinale Granvela
15°) Il marchese di Mondejar
16°) Juan de Zuñuga
17°) Il duca d’Ossuna
18°) Il conte di Miranda
19°) Il conte di Olivares
20°) Il conte di Lemos
21°) Il conte di Benavente
22°) Il conte di Lemos
23°) Il duca d’Ossuna
24°) Il cardinale Borgia
25°) Il cardinale Zapata
26°) Il duca d’Alba
27°) Il duca d’Alcalà
28°) Il conte di Monterrey
29°) Il duca di Medina de las Torres
30°) L’ammiraglio di Castiglia
31°) Il duca d’Arcos
32°) Don Giovanni d’Austria
33°) Il conte di Oñate
34°) Il conte di Castrillo
35°) Il conte di Peñaranda
36°) Don Pasquale d’Aragona
37°) Pietro Antonio d’Aragona
38°) Federico di Toledo
39°) Il marchese di Astorga
40°) Il marchese di los Velez
41°) Il marchese del Carpio
42°) Il conte di Santo Stefano
43°) Il duca di Medinaceli
44°) Il marchese di Villena
g) periodo austriaco (fino 1691…).
h) periodo borbonico: 1734-1860
i) periodo unitario
Inizio – A – B – C – D – E – Fine -
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